Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

domenica 20 settembre 2009

IL RASOIO DEL NOME



Dedicato a Odifeddri, Angela, Hack e a quanti si son tagliati con l'abuso.


Secondo la raccolta di Conoscenza cabalistica Zohar, la Torah fu data a Mosè sul Sinai non come “testo” ma come Lettere Disperse che dovevano venir assemblate in parole e frasi. Per questa ragione, secondo i cabalisti, alla Torah si potevano dare 70 interpretazioni diverse, d'accordo con l'assemblaggio di queste lettere. Che la Torah sia stata data in toto sul Monte Sinai da Dio a Mosè è una credenza accettata, e non può essere abrogata nonostante i cambiamenti di stile, testo e autore. La Torah stessa stabilisce che tutti gli scritti dei saggi (rabbini e profeti) per tutti loro e per tutte le generazioni che verranno, sono stati dati da Mosè sul Sinai, fin tanto che son pensieri divini.

Il principe dei nominalisti (Princeps Nominalium) secondo i teologi della filosofia è Guglielmo di Occam, un frate francescano vissuto nella prima metà del secolo XIV. Secondo la Treccani il Nominalismo è una dottrina filosofica secondo la quale gli universali, o concetti generali, non esistono come realtà anteriori all'uomo o indipendenti da esso. Non esistono nè nelle cose nè fuori dalle cose, e la forma in cui si presentano alla mente umana è quella del nome. Le cose quindi sono il loro nome. I concetti generali o universali, sempre secondo il Nominalismo, non sono altro che segni i quali godono della proprietà di poter essere predicati di più individui. Per Occam l'universalità del nome ha senso solo per convenzione e non rinvia a nessun significato universale delle cose, le quali sono assolutamente individuali. Che dice Occam? Prendiamo il famoso Rasoio di Occam, che nella Treccani (1938) non c'è ma c'è nella enciclopedia Garzanti di Filosofia (1981). Il Rasoio di Occam dice che (nella catena dei nessi) non si devono immaginare entità inutili, ossia sono da evitare le ipotesi complesse se esistono ipotesi più semplici. Altra affermazione: cadono le nozioni di spazio e tempo come entità autonome, distinte dall'estensione e dal moto. Ossia, se una cosa si muove (rispetto a me) il concetto di tempo, e quindi il tempo stesso, nasce dalla misura del movimento. Se no, no.

L'Eco nazionale, nel libro Il Nome della Rosa, Guglielmo di Occam è Guglielmo da Baskerville, il protagonista, e quindi è il personaggio più importante. Il nome della Rosa adesso si ricava dall'ultimo Diccionario de la Biblia, ed è Roma. Il libro è pieno di definizioni che fanno diventare reali (nell'intenzione e nel campo-psi di chi ha scritto il libro) una pila di stupidaggini.
Per U. Eco, conta più il nome del professore che il nome dell'Università. Il concetto non è più presuntuoso di tanti altri, solo che è un dogma: è inevitabile per un nominalista ridurre tutta la realtà ad un solo cervello, è il nominalismo della rosa. Chissà come fa il povero U. Eco.

Occam (in una storia francese della filosofia del 1886) usa la Chimera per indicare un tipo di invenzione, che chiama fictum (collegato a fittizio, come in Science Fiction). Ci sono due tipi di fictum, secondo Pierre Janet (Histoire de la Philosophie, Paris 1886): un tipo di fictum è il concetto che ci facciamo di una cosa reale, e un altro tipo di fictum è il concetto puramente inventato. Quest'ultimo Janet lo chiama Chimera, e secondo me le chimere sono le parole inventate. La Chimera stava su una colonna in piazza San Marco, a Venezia, e adesso sta in un laboratorio dove la ripuliscono per essere pronta a partire per un altro secolo. La Chimera oggi è un leone alato con un serpe che gli esce dal dorso, all'inizio (primi dell'Ottocento?) il serpe non c'era. Nei vocabolari la Chimera cambia sempre. Prima che arrivasse nella nostra cultura il concetto di Parsi, che sono stati inventati, ossia scoperti, la Chimera non aveva il serpe/perse sul dorso. Ma nella Regia Parnassi, un vocabolario italiano-latino che sembra molto antico (1699) ma non lo è, i Parsi c'erano già all'insaputa di tutti. Chi ha pratica di teologia o di filosofia si accorge subito che, in una filosofia della vita in cui esistono solo i Concetti, non possono contemporaneamente esistere le 'Cose reali'. Nel mondo di Occam nulla può esistere fuori dalla mente, nemmeno per il comodo dell'eco di Occam. Nella logica del Nominalismo non c'è nessun modo per distinguere i due tipi di fictum. Nel Nominalismo sono tutte Chimere. Tutti i nessi sono chimere. Per noi, in questi articoli e nella vita, le chimere sono solamente le parole inventate, quelle che non hanno riscontro nella natura. Le altre parole hanno riscontro nella terra: sono concrete. Secondo Platone (dialogo Cratilo) i nomi in sé sono di origine divina, ma poi è il legislatore umano che decide se questo nome vada attaccato ad una cosa e quello ad un altra. Lo stesso concetto è espresso chiaramente in Dante, dove si legge che questo lavoro di miglioramento continuo del linguaggio è «ovra inconsummabile».

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