Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

sabato 12 settembre 2009

POSTFASCISTI SENZA PATRIA




Il bipolare – in senso politico - presidente Fini, mi ha dato lo spunto di questo mio breve post, sullo stato delle cose a Destra. Quando ero figliarello ebbi una certa simpatia per il MSI di Giorgio Almirante. Erano pure tempi in cui in Italia scoppiavano bombe, si uccidevano carabinieri poliziotti e magistrati, in nome di utopie terribili, rosse e nere. Le stragi erano definite di Stato, secondo la definizione di alcuni giornali, e si aggiravano con fare sospetto tra cadaveri, scioperi e manifestazioni della triplice, i cosiddetti servizi segreti deviati, che dritti non riuscivano proprio a camminare. Leggevo avidamente Julius Evola, “il nostro Marcuse ma più bravo”, come lo definiva il segretario del Mis. Seguivo una corrente iniziatica guenoniana ed ero ben lungi da militanze di partito. Quindi le beghe della Destra le ho sempre seguite con una certa distanza, non certo snob, ma sicuramente da esoterico anni '70.
Durante i congressi del MSI, vi erano banchi pieni di libri d'area, il sempre presente Evola con il suo Rivolta contro il mondo moderno, Il mistero del Graal e Cavalcare la Tigre, manuale di sopravvivenza nell'era del nichilismo. Ma si potevano trovare alcune opere chiave di René Guenon con il mitico Il Re del Mondo e Il simbolismo della Croce; poi l'immancabile Opera Omnia di Benito Mussolini, Berto Ricci, il poeta collaborazionista Brasillach, Leon Degrelle, il poema sacro indù Baghavad Gita, lo storico delle religioni Mircea Eliade, già Guardia di Ferro romena e Codreanu, il capitano e fondatore della medesima. Ricordo di aver trovato durante un convegno della Nuova Destra, i romanzi di Mishima, del politologo francese Alain De Benoist, dell'etologo Konrad Lorenz, e Il Signore degli Anelli di Tolkien, il libro di formazione della destra italiana di quegli anni, con tutte le sue valenze mitiche e simboliche sempre valide.
Correvano quegli anni, eccome correvano. E oggi? L'ex missino militante o è impiegato di banca (un tempo odiava l'usurocrazia legalizzata) o sciatto, quando non affarista assessore di qualche amministrazione locale, imprenditore col dente avvelenato, colonnello nostalgico. I più intelligenti – ma per favore – son diventati ministri, sotto segretari e presidenti della Camera. Guardateli, se non avete niente di meglio da fare, quando appaiono in tv. Lividi, imbolsiti, o abbronzatissimi grazie alle spiagge caraibiche dove sono soliti andare dopo le 'fatiche' parlamentari, dalle espressioni melanconiche o ridanciane, guitti e figuranti di un'epoca, quella odierna, vuota di valori e di principii. Grossolani dialettici del vuoto a perdere del pensiero, acrobati di una politica imputtanita, orba, cinica e involuta spiritualmente.
Cosa rimane di una Destra storica, portatrice incerta, ma almeno dignitosa di una rivoluzione conservatrice di respiro europeo, magari mal compresa e peggio digerita, e comunque una egregia forma del politico? Il nulla, non il Nirvana cosmico, ma il nulla comico.

2 commenti:

  1. Hai ragione: non c'è rimasto niente negli ambienti della Destra. Tutti o quasi hanno dato forfait. Ma se così è successo, ciò vuol significare che quella gente mancava di sostanza ovvero, parlando in termini guénoniani, non aveva alcuna qualificazione spirituale.
    Questa - e lo sappiamo tutti quanti - è innata e se uno non ce l'ha, mica se la può dare.
    Chi si sente seriamente interessato all'Esoterismo, coltiva tale disciplina tutti i giorni della sua vita nessuno escluso, sia che abbia successo sia che continui ad essere un perdente.

    Ho sempre letto con piacere Evola anche se non l'ho mai considerato un Maestro spirituale.
    Ho riletto alcune sue cose negli ultimi giorni e devo dire che ora che ho qualche capello bianco lo trovo non di rado alquanto prolisso e decisamente meno 'esoterico' di quanto ritenessi in passato.
    Gli accordi sui quali Evola elabora le sue dotte e certamente ben scritte riflessioni sono in fin dei conti molto pochi. Gira e rigira, tali concetti si potevano esprimere in poche pagine anzichè in migliaia e magari con penetranti aforismi.

    Può darsi che il filosofo romano non si sia spinto molto lontano nella palingenesi interiore. Ma tant'è, ognuno arriva fin dove gli è consentito e se tenta di arraffare quanto non gli compete, gli possono capitare dei disastri.
    Ad esempio una cosa che non capisco di Evola: per quale motivo insistere per tutta la vita nel definirsi 'anarchico di destra'? Lì aveva ragione Panunzio quando diceva che un vero uomo della Tradizione non appartiene nè alla destra nè alla sinistra, ma che piuttosto questi passa fra le due ali contrapposte nel suo cammino verso il Centro.

    Per ora mi fermo qui. Ciao

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  2. Lucido e sagace come sempre, Paolo. La tua analisi su Evola è pregnante. Vorrei aggiungere un altro elemento. Panunzio nota l'asimmetria politico-spirituale del barone nero, è verissimo e ciò ha creato non pochi problemi ai suoi diciamo così seguaci. C'è però un mistero in Evola, come sostenuto da Scaligero e da me raccolto da altre fonti dirette. Evola ai tempi della esperienza di Ur, fu avvicinato da alcuni adepti a Roma che evidenziandone alcune sue caratteristiche spirituali, cercarono di indirizzarlo con una influenza iniziatica regolare che Evola in parte acquisì. La sua natura guerriera, un certo individualismo che mal si conciliava con lo spirito tradizionale, portarono Evola verso altre scelte. Fu comunque coraggioso e sostenne, in tempi ove laici cattolici e religiosi sbracavano, una disciplina e una dirittura dottrinale non secondaria. Altri tempi e uomini, comunque. Paolo, mi ci metto pure io, e pochi altri, nei modi consoni alla nostra equazione personale cerchiamo il Graal, comunque e a qualunque costo, quando ormai i giochi sono fatti, e quando il deserto cresce inesorabile.

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