Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

giovedì 19 novembre 2009

AGLI ATEI SCIENTISTI, CON AMORE




"Quelli vogliono che li si tratti con olio, sapone e carezze. Bisogna invece battersi a pugni. In un duello non si contano, non si misurano i colpi: si colpisce come si può! La guerra non si fa con la carità: è una lotta, un duello. Come se Nostro Signore non fosse stato terribile, non avesse dato l'esempio anche in questo. Come li ha trattati, i filistei, i seminatori di errore, i lupi vestiti da agnello, i mercanti: li ha cacciati a colpi di staffile!" Papa Giuseppe Sarto-San Pio X.
Il riferimento è ai modernisti, ma va bene pure ai cattolici adulti e adulterati, agli pseudo-papi, gli anti-papi, ai rosicanti per non essere diventati papi, a Piero Angela che vorrebbe il premio Nobel per aver diffusa pervicacemente la bugia evoluzionista, ad Odifreddi perché con le sue misere spallucce da professorino vorrebbe negare l'esistenza di Cristo, ai puzzoni ideologizzati, ai membri del CICAP ridicoli difensori di una scienza imputtanita, all'ex cattolico Umberto l'Eco che sogna pure lui il premio Nobel per la chiacchierotica, novella scienza del cazzeggio intellettuale. L'Italia non dovrebbe lasciarsi condizionare dagli atei scientisti, soprattutto se estremisti falliti e/o radical chic, e/o comunisti riciclati e/o debosciati permissivisti e/o ex sessantottini imboscati come professori, ricercatori e docenti universitari. In generale hanno rotto i cosiddetti!
"Occorre dare battaglia perché Dio doni la vittoria" Giovanna D'Arco

2 commenti:

  1. Ti dirò che non mi trovo molto d'accordo con il contenuto del tuo post. Prima di tutto mi congratulo per aver stanato dall'oblio quelle frasi di S. Pio X, espressioni che la dicono lunga circa la mentalià missionaria soggiacente alle tre Religioni che l'hanno fatta da padrone nella fase estrema del Kali Yuga: Buddhismo, Cristianesimo ed Islam.

    Detesto l'attitudine combattiva insita nella prassi operativa di codeste Tradizioni. Non mi piace e non la sopporto nella misura in cui ho personalmente rispetto, come l'avevano i Pagani, della interiorità dei miei simili. In altri termini sono tollerante in quanto convinto che la Verità non stia da una parte sola e che in ogni caso essa non ha bisogno di spintarelle o di bastonate o di massacri per affermarsi. L'affermazione della medesima avverrà caso mai per virtù ad essa intrinseca.

    Il passo da te citato si riferiva, come fai notare, alla corrente teologica modernista particolarmente attiva a cavallo fra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.
    Personalemnte del Modernismo vorrei salvare l'indagine razionale intrapresa riguardo agli scritti del Nuovo Testamento.

    Il principale responsabile di tale spietata analisi fu l'ex-sacerdote cattolico Alfred Loisy, studioso al quale Papa Sarto aveva in un primo momento mandato segnali circa una possibile approvazione di certe sue tesi. Ma poi, da buon chiericuto, fece marcia indietro e rincarò la dose scrivendo le frasi di cui sopra e scomunicando il Loisy.

    Stento molto a pensare che egli fosse sincero in quanto non poteva non sapere che la critica modernista del Nuovo Testamento colpiva nel segno. Volle tuttavia lasciar credere di rimanere ancorato alla visuale storicista cattolica tradizionale la quale si ostina a ritenere che il NT ed in particolare i Vangeli accettati siano documenti storici.

    Questo non vuol dire che la figura del Salvatore non sia storica ma vuole semplicemente significare che i dati storiografici in nostro possesso riguardo ad una presunta storicità dei fatti descritti nei Vangeli non trovano conferma se non in loro stessi. Testimonianze esterne non se ne trovano, checchè si intenda arzigogolare.

    Tra la corrente teologica modernista e gli oscuri personaggi che vai citando non esiste, a dire il vero, molta analogia. Ho rispetto per il Modernismo per il motivo che ho appena citato ma riconosco altresì l'incapacità da parte dei suoi esponenti a riconoscere l'influenza spirituale nonostante tutto insita nel Cristianesimo.

    La Guerra Santa contro gli errori è giusta e legittima quanto meno da un certo punto di vista non particolarmente elevato rispetto all'orizzonte. Credo tuttavia che quanto più ci si innalza verso l'Universale tale lotta appaia pressochè inutile in quanto il destino dell'errore è già segnato in partenza: prima o poi imploderà su se stesso.

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  2. " La vita assomiglia più ad una lotta che ad una danza", scriveva Marco Aurelio, evidenziando una dimensione agonistica che è già nell'esistenza.

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